Saper coniugare il senso di due parole, musica e ospedale, significa saper conferire un significato morale ed umano ad un contesto esistenziale, spesso drammatico e frustrante, servendosi della musica come linguaggio che rasserena, consola e allevia la sofferenza, molto più di quanto possano fare le parole.
L’esperienza che dal 2005 viene condotta all’interno del Reparto di Radioterapia dell’Ospedale S.Camillo De Lellis di Rieti, si colloca all’interno di un Progetto di Umanizzazione dell’assistenza sanitaria che cerca, attraverso una pluralità di iniziative, di conferire alla comune immagine sociale della ospedalizzazione, le caratteristiche della promozione culturale e della socialità intensamente vissuta in un contesto di cura.
L’impegno degli operatori che lavorano nella Struttura ospedaliera reatina, primario, dirigenti medici, tecnici, infermieri, delle Associazioni di Volontariato, tra cui l’ALCLI Giorgio e Silvia, dell’Associazione di Antonio e Sandro Sacco, “Musikologiamo”, è la testimonianza di un forte sentimento di solidarietà e altruismo ed è l’esempio di come si possa superare l’asetticità dei rapporti interpersonali che troppo spesso fanno dell’ospedale un luogo alienante.
Ho voluto assistere a molti degli eventi musicali organizzati nel Reparto di Radioterapia, e debbo dire che l’esperienza vissuta, ogni volta, è andata ben oltre il dovere istituzionale di rappresentanza che pure mi competeva; non solo l’alto livello qualitativo dell’offerta musicale ma ancor più il contesto in cui l’evento si collocava, ha sempre suscitato in me un profondo coinvolgimento emotivo e una completa adesione e compartecipazione ad un’iniziativa di alto spessore culturale e sociale.
Al di là del benessere psico-fisico che l’evento musicale può generare nei pazienti, l’iniziativa ha certamente una forte valenza per il grado di integrazione che si registra tra gli operatori, i pazienti, i loro familiari e persone esterne non direttamente coinvolte dal caso clinico. La Musica in ospedale non è, dunque, fine a se stessa, ma uno strumento per riportare all’attenzione dei soggetti che operano nelle strutture ospedaliere quel concetto di Umanizzazione di cui si parla molto ma con risultati non sempre visibili, se non assenti.
Le richieste che oggi gravano sugli ospedali sono sempre più concentrate sugli standard di produttività, in un’ottica di management budgetario, mentre si trascura il principio fondamentale che è alla base dell’efficienza e cioè il connubio indissolubile tra professionalità ed umanità.
Si deve allora auspicare che possano trovare larghi spazi e nuove opportunità , non solo le iniziative di Musica in Ospedale, ma ogni altro modello di iniziativa culturale in grado non solo di mutare positivamente la rete di relazioni all’interno dell’Ospedale ma di stabilire scambi e interazioni tra l’ambiente ospedaliero e l’ambiente esterno, affinché si sviluppi una sensibilità e una percezione diffusa a considerare l’Ospedale non solo come luogo di cura e di sofferenza ma come ambiente di cultura e di incontro.
On. Anna Maria Massimi (vedi foto)
Consigliere Regionale (Regione Lazio)