Il JazzID Area Festival, giunto alla sesta edizione, deve il suo nome all’unione di due termini: “Jazz”, inteso come spazio di libertà ragionata, e ID, inteso come indicatore di contenuti. Il JazzID è quindi un contenitore aperto, in cui spetta ai musicisti e al pubblico il compito dell’incontro e della scoperta.
Il festival per altro segue, già dall’anno scorso, l’idea di inventare “altri spazi della musica”, ovvero di promuovere la musica in contesti non propriamente musicali, per dimostrare come la musica possa operare quale catalizzatore intelligente per utilizzi inediti dei luoghi in funzione di una nuova socializzazione. Una operazione interessante perché presenta sfide al musicista e all’appassionato di musica, che si trovano a confronto con l’estraneità degli spazi destinati ad altro, ma anche perché i suonare all’interno di luoghi alternativo è una via per mediare al frazionamento e alla riduzione degli spazi pubblici, che a sua volta produce fratture e scollamenti tra la vita quotidiana e la vita privata.
Musikologiamo pensa che la musica abbia una sua natura “democratica”, che la rende bene comune e alla portata di tutti, potendo funzionare come canale di comunicazione tra le persone. Ciò detto, è ovvio che le spetta anche una dimensione ludica, che la rende giustamente adatta a momenti di distrazione che divertimento, trasformando lo spazio cittadino da luogo di tensioni a luogo della distensione.
È esperienza di musikologiamo la capacità della musica di portare le persone a provare emozioni profonde, ad aprire nuovi scenari, a comprendere la diversità, a favorire il contatto con gli altri e promuovere momenti di supporto reciproco.
La musica, per sua stessa natura rompe il silenzio: non quello che l’animo cerca con se stesso, che anzi favorisce, ma quello sociale, quello dell’individuo isolato in una società che ha sempre meno tempo da dedicare alla comprensione solidale.
Il cadere della sesta edizione del JazzID a ridosso delle feste di fine anno vuole anche parlare di questo e proporre una riflessione in direzione di un impegno sociale costruito anche sulle risorse artistiche del nostro territorio, con giornate dedicate all’ascolto di musica diluite in un calendario di spettacoli attinenti ai temi trattati.